"Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista."
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Supino (FR)

Supino è un comune italiano di 4 892 abitanti della provincia di Frosinone nel Lazio.

Situato sulle pendici dei Monti Lepini, ai piedi del Monte Gemma (1457 m), questo piccolo paese della Ciociaria si affaccia sulla valle del fiume Sacco. Sempre nel territorio comunale, al confine con quello di Carpineto Romano, si eleva il Monte Malaina.

L'etimologia del lemma Supino deriverebbe dall'aggettivo latino supinus che nell'accezione riferita a luoghi significa inclinato, posto in pendio e fa riferimento alla sua posizione geografica.

L'epoca dei primi insediamenti urbani nella zona è incerta, anche se alcuni ipotizzano che Supino sia nata ad opera dei profughi fuggiti dalla distruzione di Ecetra, mitica città dei Volsci. Tuttavia è stato attendibilmente dimostrato dal prof. Cesare Bianchi di Ferentino, già preside della scuola media di Supino, che Ecetra non poteva trovarsi nell'agro supinese, ma nella zona del "Bosco ferentino" (dedicato ad una divinità locale, "Ferentina", appunto, simile alla dea Feronia). Di certo durante l'epoca romana il nucleo abitativo doveva essere situato più a valle dell'attuale paese, dove sono stati rinvenuti importati resti di una villa con un ambiente termale con pavimenti a mosaico bianco e nero con soggetti marini del II secolo d.C.

Successivamente, in epoca medioevale, l'abitato si spostò verso la collina. Le prime notizie certe dell'esistenza di Supino ci provengono dalle cronache di Fossanova. Nel 1125 il castello di Supino subì un lungo assedio, durato due anni, da parte delle truppe di papa Onorio II. In precedenza il signore locale, Tommaso di Supino, aveva stretto alleanza, nel 1216, con Ruggero d'Aquila, per contrastare i suoi rivali, i Conti de Ceccano. L'assedio, conclusosi con una sconfitta, segnò il passaggio del feudo alla potente famiglia dei De Ceccano. Le cronache ci riportano di un nobile Rinaldo da Supino che nel 1303 prese parte, con Guglielmo di Nogaret e Sciarra Colonna, al famoso episodio dello schiaffo di Anagni. Con l'estinguersi dei da Supino il castello passò alla fine del XIV secolo ai Colonna, poi allo stato pontificio, per poi tornare di nuovo ai Colonna a metà XVI secolo. Venuto in disuso e decaduta la potenza dei Colonna a Supino, che com'è noto aveva interessi maggiori sia nella vicina Patrica, sia nella Capitale, alcuni tracciano la trasformazione della Rocca in abazia denominata San Giovanni della Torre, a cui risultavano associati dei benefici diocesani. Allo scopo è utile ricordare quanto può leggersi nel Dizionario di erudizione… (1844) di Gaetano Moroni

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Chiesa di San Pietro Apostolo

Le chiese di Supino sono quattro. Tre di esse, San Pietro Apostolo, Santa Maria Maggiore e San Nicola di Bari, hanno il titolo parrocchiale, con certezza, sin dal 1300, ma esistevano anche prima. I relativi edifici furono ricostruiti su quelli preesistenti a partire dal XVIII secolo.

Chiesa di San Pietro Apostolo

La Chiesa arcipretale e matrice di San Pietro Apostolo , con annesso Santuario di San Cataldo. Fu riedificata per la terza volta tra il 1750 ed il 1790. Raro esempio, in Ciociaria e nel Lazio, di edificio a pianta poligonale con dodici facce, con due altari sui lati, che richiama la struttura e l'insieme della chiesa di San Lorenzo a Torino del Guarini.

In cornu evangelii si trova la cappella di San Cataldo, attestata già dal XVI secolo, con volta e tondi rappresentanti la "Gloria" e "Miracoli di San Cataldo", istoriati di nuovo dal pittore Agostino Monacelli nel 1890. La statua di San Cataldo è una riproduzione del 1870 della prima statua, distrutta da un incendio, ad opera di uno sconosciuto artista romano, attivo all'epoca in Sant'Andrea della Valle a Roma, su disegno dello scultore Ernesto Biondi di Morolo, nel 1870 quindicenne.

La porta a bassorilievo in bronzo fu eseguita nel 1978 dall'artista Saverio Ungheri ed è composta da sette pannelli asimmetrici raffiguranti temi teologi e dottrinali.

Chiesa di Santa Maria Maggiore

La Chiesa di Santa Maria Maggiore fu eretta in età tardo - barocca o rococò intorno al 1753 ad opera della Confraternita della Beata Vergine, su una precedente intitolata a Maria Madre della Consolazione.

Chiesa di San Nicola da Bari

La Chiesa di San Nicola da Bari fu ricostruita nel 1774. Vi si festeggia, sin dall'Alto Medioevo, sant'Antonio Abate, con due feste una il 16 e 17 gennaio (distribuzione delle panicelle, benedizione degli animali e, la domenica successiva, "Sagra della polenta") e l'altra l'ultima domenica di settembre (con processione e festeggiamenti civili).

Chiesa parrocchiale di San Pio X

In località Capolepatra, con bolla del 1º maggio 1961 del vescovo diocesano Tommaso Leonetti, poi arcivescovo di Capua (1962), si creò la nuova Chiesa parrocchiale di San Pio X, tanto voluta da don Egidio Schietroma (1906-1995), già rettore del Santuario di San Cataldo (1950-1953) e benemerito parroco di Santa Maggiore dal 1934 fino al 1º ottobre 1984.

Siti archeologici

Villa Romana di Cona del Popolo

Sparute tracce del complesso termale di una antica villa, risalente al II secolo d.C. (rinvenuta nel 1963), con pavimenti decorati con marmi bitonali (opus sectile) e a mosaico di tessere bianco-nero-grigie raffiguranti soggetti marini, come la biga del dio Nettuno, di cui restano evidenti gli impianti idrici, rasoterra e null'altro.

Ex Castello medievale e Ruderi di S. Giovanni della Torre

Si trova su Punta di Creta Rossa, colle che fa parte del Monte di Creta Rossa esteso dal territorio di Patrica e digradante su Supino, antica roccaforte del paese e tra Sette-Ottocento Chiesa-Monastero di San Giovanni della Torre. Alla sua sommità nel 1951, a ricordo delle Missioni Popolari e del luogo divenuto sacro, un gruppo di uomini e giovani, guidati dal ventenne don Armando Boni, hanno posto una visibile Croce di ferro, illuminata nelle festività significative dell'anno liturgico.

Aree naturali

Nel territorio di Supino, sul versante sud-est del Monte Malaina ad una quota di 1360 metri slm. si apre l'Ouso di Passo Pratiglio, la grotta più profonda della regione Lazio.

Altro

Monumento ai caduti nella Piazza Umberto I, statua in bronzo su struttura marmorea raffigurante un soldato nell'atto di piantare il vessillo tricolore sulla vetta conquistata; nella mano sinistra reca, pronto a lanciarla, una granata, solo se necessario, poiché questo tema rientra nella sensibilità pacifista del suo autore che è il concittadino arch. Giovanni Jacobucci (1895-1970). L'opera è stata commissionata nel 1921 e realizzata nel corso di un anno ed inaugurata il 22 ottobre 1922, sotto gli auspici del sindaco, maresciallo CC. Luigi Cerilli, papà del comm. Eraldo Cerilli (presidente del comitato promotore del successivo Monumento all'Emigrante)

Fontana ornamentale "Littoria" in piazza S. Maria Maggiore (Largo Cesare Battisti) sempre di Jacobucci, realizzata e messa in sede nel 1933. L'architetto Jacobucci fu artista di fama nazionale, tra le altre sue opere basti ricordare il "Mausoleo Ossario Gianicolense" di Roma, in località "prato del pino", inaugurato il 2 novembre 1941.

La "Famiglia Ciociara" dello scultore anagnino Tommaso Gismondi (1985) nell'ex sede comunale di Via Roma

Monumento all'Emigrante (1985, realizzato sotto l'impulso decisivo del sindaco on. Alberto Volponi e il presidente del Comitato Feste dell'Emigrante, direttore didattico, comm. e grande ufficiale, Eraldo Cerilli), inaugurato da Giulio Andreotti


Come arrivare a Supino 

Da Roma: A1(Milano-Napoli) uscita Anagni. S.S. Casilina direzione Frosinone. Bivio per Supino (S.P. "Morolense").

Da Napoli: A1(Napoli-Milano) uscita Frosinone. S.S. "dei Monti Lepini" direzione Latina. Bivio per Supino (S.P. "Morolense").

 

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